“Educazione, vita e famiglia sono pilastri
da cui far ripartire la città” dice Alemanno. Davvero?
Sono un papà di tre
figli, uno con sindrome di Down, separato, impiegato con contratto a tempo
indeterminato.
Questi anni sono stati
i più oscuri che in città si sia potuto vivere, grazie alle politiche portate
avanti dalla giunta e dalla maggioranza di governo, del Paese, della Regione,
del Comune e del Municipio in cui vivo.
Grazie
all’amniocentesi, 14 anni fa abbiamo potuto decidere in autonomia, grazie al sostegno
di un medico di una struttura pubblica della città, quale fosse la via per noi
più adatta. Dopo la scelta della vita, davanti alla diagnosi di una condizione
genetica irreversibile, con condizioni fisiche del bambino su cui era possibile
intervenire o comunque controllarne gli sviluppi, solo grazie a un’associazione
di famigliari di persone con le medesime caratteristiche abbiamo potuto
prepararci alla nascita e all’accoglienza. Sindaco, quale struttura comunale
o assistenza regionale si preoccupa di questo? Chi si prende carico dei
controlli di salute, amnche dal punto di vista sociale?
Per le visite
periodiche ho dovuto recarmi presso centri specializzati. Convenzionati, perché
la ASL non era in grado di seguire il bimbo, per mancanza di risorse,
economiche ed umane (blocco del turn over, strutture fatiscenti, scarsi mezzi
per aggiornamento del personale). Gravissima riduzione delle risorse per il
centro, han costretto a trovare soluzioni organizzative che nulla tenevan conto
delle esigenze del bambino e della famiglia (orari assurdi, liste e tempi di
attesa impressionanti, …). Forse i
servizi sociali comunali e municipali si son fatti carico di questi aspetti
della famiglia? Nel mio caso, si son perse le carte, nei continui trasferimenti
degli uffici e del personale dipendente, rappresentato da pochissime persone,
stremate per la mole di lavoro accumulato. Diverse volte sono stato costretto a
ricostruire il percorso di mio figlio. Tanti si son trovati in questa
situazione. Ne sai qualcosa?
Muoversi coi mezzi
pubblici, con taxi o con mezzi individuali? Le politiche tariffarie di ATAC
approvate lo scorso anno sono certamente penalizzanti, per le famiglie,
con studenti e anziani in casa. Per non
parlare della qualità e pulizia dei mezzi di superficie e delle metropolitane.
Quali attività di superamento delle barriere architettoniche sono state
realizzate in questi anni, per le persone, non solo per i disabili? Forse una
signora con la spesa o con il passeggino può prendere un mezzo pubblico, forse
le stazioni della metro sono adeguate alle esigenze? Le tariffe dei taxi sono
abbordabili per una famiglia media come la mia? Sono protetti a sufficienza da
possibili frodi le assegnazioni dei contrassegni e i parcheggi dedicati da
“ospiti indesiderati”? Certo, non lascerei mai i miei figli andar soli in città
in bicicletta…
Per la scuola, forse
aumentare nei nidi il numero dei bambini per insegnante e ridurre lo spazio
destinato a ciascun bambino è la soluzione per ridurre le liste di attesa
cronicamente lunghe? Manutenzione dei giardini delle palestre delle aule e la
loro pulizia fan stare tranquilli i genitori dei bambini e degli studenti delle
scuole dell’età dell’obbligo? C’è forse verifica e monitoraggio
dell’integrazione scolastica dei ragazzi con disabilità, per la specifica
competenza comunale e regionale? Anzi, al personale delle cooperative non è
stato addirittura più riconosciuto il pasto nelle mense, mettendo in forte
difficoltà la didattica nelle classi dei bambini speciali. Forse le famiglie
sono sostenute nel percorso scolastico di questi loro ragazzi?
Nel tempo libero,
forse la manutenzione e la sorveglianza dei parchi, non solo quella destinata
ai giochi per i più piccoli, spessissimo in situazioni deprecabili e ai limiti
della sicurezza, fa stare tranquille le famiglie della città, specie nelle zone
più periferiche? quale politiche di accoglienza sono perseguite nella pratica
sportiva pubblica e privata convenzionata? In tante occasioni si viene respinti
in modo cortese per offrire solo momenti e situazioni individuali, senza
considerare il valore sociale dello sport. Quale sostegno, economico, ma anche
strutturale, per le attività di espressione per i bambini e ragazzi? Se non le
Parrocchie, quali teatri, quali spazi sono offerti alle famiglie affinchè i
propri figli possano esercitare le varie arti dello spettacolo e completare
così un progetto educativo globale della persona?
Per quanto riguarda le
tariffe per i vari servizi della città, la situazione delle famiglie separate,
molto frequente nelle situazioni di disabilità al loro interno, anche per le difficoltà che preserva la vita, non
appare tutelata. Forse son fatte delle verifiche rispetto alla correttezza
delle dichiarazioni dei cittadini? In mancanza di controlli costanti, in questi
anni spesso il messaggio è stato di essere di peso della società. Dopo tanti
anni di vita di mio figlio, in questi ultimi 5 anni diverse volte che mi è
capitato di dover confermare la condizione genetica irreversibile di mio figlio
per continuare a godere di alcune agevolazioni di legge sul lavoro e negli
ambiti dei servizi pubblici. E’ vergognoso.
La vita è preziosa.
Alemanno non scherzare. Vai via, tu e i tuoi dirigenti, assunti con stipendi
d’oro alla faccia delle famiglie che spesso non sanno come arrivare alla fine
del mese. Votare Marino, votare Gerace, questo è un piccolo segnale di
discontinuità. Veglieremo sulla reale volontà di cambiare di questi, ma certo a
voi non vi vogliamo più.