mercoledì 5 giugno 2013



“Educazione, vita e famiglia sono pilastri da cui far ripartire la città” dice Alemanno. Davvero?
Sono un papà di tre figli, uno con sindrome di Down, separato, impiegato con contratto a tempo indeterminato.
Questi anni sono stati i più oscuri che in città si sia potuto vivere, grazie alle politiche portate avanti dalla giunta e dalla maggioranza di governo, del Paese, della Regione, del Comune e del Municipio in cui vivo.
Grazie all’amniocentesi, 14 anni fa abbiamo potuto decidere in autonomia, grazie al sostegno di un medico di una struttura pubblica della città, quale fosse la via per noi più adatta. Dopo la scelta della vita, davanti alla diagnosi di una condizione genetica irreversibile, con condizioni fisiche del bambino su cui era possibile intervenire o comunque controllarne gli sviluppi, solo grazie a un’associazione di famigliari di persone con le medesime caratteristiche abbiamo potuto prepararci alla nascita e all’accoglienza. Sindaco, quale struttura comunale o  assistenza regionale si  preoccupa di questo? Chi si prende carico dei controlli di salute, amnche dal punto di vista sociale?
Per le visite periodiche ho dovuto recarmi presso centri specializzati. Convenzionati, perché la ASL non era in grado di seguire il bimbo, per mancanza di risorse, economiche ed umane (blocco del turn over, strutture fatiscenti, scarsi mezzi per aggiornamento del personale). Gravissima riduzione delle risorse per il centro, han costretto a trovare soluzioni organizzative che nulla tenevan conto delle esigenze del bambino e della famiglia (orari assurdi, liste e tempi di attesa impressionanti, …).  Forse i servizi sociali comunali e municipali si son fatti carico di questi aspetti della famiglia? Nel mio caso, si son perse le carte, nei continui trasferimenti degli uffici e del personale dipendente, rappresentato da pochissime persone, stremate per la mole di lavoro accumulato. Diverse volte sono stato costretto a ricostruire il percorso di mio figlio. Tanti si son trovati in questa situazione. Ne sai qualcosa?
Muoversi coi mezzi pubblici, con taxi o con mezzi individuali? Le politiche tariffarie di ATAC approvate lo scorso anno sono certamente penalizzanti, per le famiglie, con  studenti e anziani in casa. Per non parlare della qualità e pulizia dei mezzi di superficie e delle metropolitane. Quali attività di superamento delle barriere architettoniche sono state realizzate in questi anni, per le persone, non solo per i disabili? Forse una signora con la spesa o con il passeggino può prendere un mezzo pubblico, forse le stazioni della metro sono adeguate alle esigenze? Le tariffe dei taxi sono abbordabili per una famiglia media come la mia? Sono protetti a sufficienza da possibili frodi le assegnazioni dei contrassegni e i parcheggi dedicati da “ospiti indesiderati”? Certo, non lascerei mai i miei figli andar soli in città in bicicletta…
Per la scuola, forse aumentare nei nidi il numero dei bambini per insegnante e ridurre lo spazio destinato a ciascun bambino è la soluzione per ridurre le liste di attesa cronicamente lunghe? Manutenzione dei giardini delle palestre delle aule e la loro pulizia fan stare tranquilli i genitori dei bambini e degli studenti delle scuole dell’età dell’obbligo? C’è forse verifica e monitoraggio dell’integrazione scolastica dei ragazzi con disabilità, per la specifica competenza comunale e regionale? Anzi, al personale delle cooperative non è stato addirittura più riconosciuto il pasto nelle mense, mettendo in forte difficoltà la didattica nelle classi dei bambini speciali. Forse le famiglie sono sostenute nel percorso scolastico di questi loro ragazzi?
Nel tempo libero, forse la manutenzione e la sorveglianza dei parchi, non solo quella destinata ai giochi per i più piccoli, spessissimo in situazioni deprecabili e ai limiti della sicurezza, fa stare tranquille le famiglie della città, specie nelle zone più periferiche? quale politiche di accoglienza sono perseguite nella pratica sportiva pubblica e privata convenzionata? In tante occasioni si viene respinti in modo cortese per offrire solo momenti e situazioni individuali, senza considerare il valore sociale dello sport. Quale sostegno, economico, ma anche strutturale, per le attività di espressione per i bambini e ragazzi? Se non le Parrocchie, quali teatri, quali spazi sono offerti alle famiglie affinchè i propri figli possano esercitare le varie arti dello spettacolo e completare così un progetto educativo globale della persona?
Per quanto riguarda le tariffe per i vari servizi della città, la situazione delle famiglie separate, molto frequente nelle situazioni di disabilità al loro interno, anche  per le difficoltà che preserva la vita, non appare tutelata. Forse son fatte delle verifiche rispetto alla correttezza delle dichiarazioni dei cittadini? In mancanza di controlli costanti, in questi anni spesso il messaggio è stato di essere di peso della società. Dopo tanti anni di vita di mio figlio, in questi ultimi 5 anni diverse volte che mi è capitato di dover confermare la condizione genetica irreversibile di mio figlio per continuare a godere di alcune agevolazioni di legge sul lavoro e negli ambiti dei servizi pubblici. E’ vergognoso.
La vita è preziosa. Alemanno non scherzare. Vai via, tu e i tuoi dirigenti, assunti con stipendi d’oro alla faccia delle famiglie che spesso non sanno come arrivare alla fine del mese. Votare Marino, votare Gerace, questo è un piccolo segnale di discontinuità. Veglieremo sulla reale volontà di cambiare di questi, ma certo a voi non vi vogliamo più.

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